Bruce Springsteen: High Hopes
La mano di un “intruso provvisorio” nella E-Street Band s’è unita alla mano di Bruce e tutto è cambiato. E’ Tom Morello la musa ispiratrice di High Hopes.
La mano di un “intruso provvisorio” nella E-Street Band s’è unita alla mano di Bruce e tutto è cambiato. E’ Tom Morello la musa ispiratrice di High Hopes.
Il 2013 in musica. Le cinquanta non migliori, ma più rappresentative, canzoni secondo Wasabi Radio di un anno stropicciato, cupo, rock, arrabbiato, malinconico, nostalgico, avveniristico, soul, elettronico e allo stesso tempo così Ottanta da sembrare persino felice. Playlist disponibili su Youtube e su Spotify, ma soprattutto come si faceva ai vecchi tempi: sulla radio.
Riduttivo classificarlo come un disco Hip Hop. Nothing Was The Same è il manifesto dell’essenza “Drake”: soul, r&b, rap, intreccio di parole, fraseggio godibile e ugola da baci. Con testi da cultori e melodie da classifica.
Ha notevoli capacità da compositore questo ragazzo di Philadelphia. Ma questo l’avevamo già intuito. Qui in alcune occasioni forse manca un po’ del dono della sintesi, però il disco è una piacevole camminata. Lo è anche anzi, forse soprattutto, nella Goldtone che , sebbene di dieci minuti, è godibile per tutto il tempo. Lo è nella title-track, che suona proprio da apertura, con un sole primaverile e uno Ye-Ye che suona molto “swinging London”. E lo è anche quando il ritmo è un po’ più sostenuto e la chitarra un po’ più accesa, come in Snowflakes are Dancing. Un buonissimo, semplice, ben scritto e ottimamente suonato, disco.
Damon Albarn contamina quel soul che nessuno avrebbe mai osato toccare, esattamente nel modo in cui serviva a Bobby Womack per sentirsi di nuovo in corsa.
La cosa più divertente ascoltata quest’anno. Un gioco che diventa serissimo. Un idolo del rock’n’roll. Neanche Elvis cantando Hound Dog aveva osato tanto. O Quasi.