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V’è capitato mai di incontrare una persona simpatica, affascinante, intelligente, insomma che ha tutte le carte in regola, ma per un motivo che non riuscite a spiegarvi proprio non vi sta addosso? Ecco questo disco è così. E’ bellissimo ma può non piacere. Trasmette ansia, ma questo è l’obiettivo; sembra un discorso a singhiozzi, ma questo era l’intento. Ha un suo continuum, ma non è detto poi che se una canzone ti piaccia, la successiva sia altrettanto di tuo gusto. Questo in realtà è il motivo per cui Lonerism dei Tame Impala è solo in sedicesima posizione, nella classifica Best Album 2012. Il fatto che sia tra i primi venti invece è giustificato dall’essere praticamente perfetto. Psicadelia, come vuole il 2012 in cui l’ingrediente elettronico è ovunque. La tendenza dell’anno è dubstep ma , chi si occupa di rock, se non ha impastato il tutto con il dubstep allora l’ha fatto con le sonorità rinnovate tipiche degli anni ’70. Non sono i Doors, non sono Jefferson Airplane; sono più i Pink Floyd di Syd Barrett ma soprattutto sono i Beatles più all’avanguardia. Lo sono talmente tanto che a volte mentre ascolti il disco, ti viene il dubbio che iTunes abbia per sbaglio saltato all’album successivo, passando a un inedito dei Beatles. Ci sono comunque piaciuti più di Innerspeaker il loro primo lavoro. Il rischio è che il disco sia interamente una citazione beatlesiana. Fosse un omaggio al cinquantenario sarebbe andato pure bene, ma messa in quel modo avrebbe fatto molto meno notizia.