Se quella sera suonavano al Main Point allora significava che qualcosa sarebbe successo. Non era un granchè come locale, quella strana caffetteria fumosa in Bryan Mawr nello stato della Pensilvannya ma, chissà perchè, ci si suonava bene. E poi dicevano che portasse fortuna. In realtà con pochi soldi la gente poteva assistere a buoni concerti: folk, blues, rock. E poi il caffè era gratis. La E-Street band al completo se ne stava seduta sulle scale poco prima di cominciare. Cinque febbraio 1975. Chissà dove li avrebbe portati quella strada fatta di inverni passati a migrare tra un club e l’altro degli Stati Uniti. Due dischi all’attivo e non erano andati nemmeno troppo male, ma lui ne aveva promessi dieci a quei produttori discografici del diavolo. Dieci. Lui, il Boss, come lo chiamavano loro. Li pagava, e questo era sufficiente. E poi c’era il Rock’n Roll, e non era cosa da poco. Quello che davvero era sorprendente era quanto lui credesse in tutto quella storia della muaica, del successo, del camparci, con quei quattro spicci che avrebbero raccimolato in giro per il paese. Diceva che nons arebbero stati spiccioli. Era un sognatore professionista, quello là. Non puoi mica metterci tutta la tua vita nei testi delle canzoni che scrivi. E se non ti capitasse più niente , di cosa scriveresti? Scriverei quello che vedo capitare agli altri. Avrebbe risposto così The Boss, quando ancora non sapeva che quella canzone che avrebbe suonato per la prima volta quella sera, sarebbe stata presa in prestito dalle vite di tanti come lui. L’aveva scritta per Angelina. E l’aveva immaginata (o forse l’aveva davvero vista così) con un vestito leggero, mentre ballava una canzone di Roy Orbison.
Lo sai perchè sono qui- Le aveva detto quella sera
E anche se sei spaventata, abbi fiducia in me. Stanotte c’è magia, possiamo farlo. –
Non erano certo eroi, Bruce e Angelina, o come diavolo si chiamava lei ma,
ho una chitarra – le aveva detto lui
e se riesco a suonarla come il mio cuore suona per la libertà e per i miei sogni, allora sì che andar via sarà stata una buona idea.
Andiamo via, fuggiamo da questo posto di perdenti. Wings for wheels. Abbiamo ruote al posto delle ali –
Titolo: Wings For Wheels. E il pubblico la amò.
Quella notte del 5 febbraio 1975, tutti i presenti al Mount Point in Pensilvannya, furono d’accordo nel dire che non c’è città di perdenti che tenga, se sei un vincitore. E applaudirono così forte, che apparve chiaro che quella canzone lì sarebbe stata il motivo ispiratore di un album intero. Born To Run. Nato per correre.
Magari, avrebbe cambiato il nome, non Angelina ma Mary, si Mary. E il titolo… il titolo… Thunder Road.
Prima canzone del lato A. in un disco che racconta di
come si corre verso i propri sogni. E se Thunder Road è l’obiettivo, allora quel disco lì è l’unico della storia che si apre con i titoli di coda.