Wasabi Radio – Best 2012 from Wasabi Radio on Vimeo.
Si tirano le somme si delinea un profilo, si tenta di capire da che parte sono andati i musicisti e dove invece hanno volto lo sguardo gli ascoltatori, perchè non sempre le due cose si combinano alla perfezione. Se il trend della proposta non è poi piaciuto così tanto o se invece il trend diventa quel che piace. Partiamo dalla fruizione della musica ancor prima che dalla produzione. Che si fosse passati dal supporto fisico a quello digitale già ce l’avevano detto i due anni precedenti, quindi nessuna sorpresa se i grandi nomi del pop si sono lagnati tutto l’anno per aver perso quel piccolo tesoro d’elìte. Persino Prince s’è infine piegato al web, per ora solo con il video del singolo, per l’album poi si vedrà. Il tanto agognato capovolgimento di sorti tra web e Fm c’è stato finalmente anche se , non prorpio come avremmo immaginato. E’ stato il potere dell’ OnDemand a vincere. Ascoltare musica su youtube è più normale che ascoltarla da itunes, dal proprio ipod e infine anche dall’Fm. Il monopolio del web è il monopolio dei gusti del pubblico, che finalmente può scegliere tra l’ampia proposta dove non è più corretto parlare di indie o di major. Ma quanto dolce è navigar in questo mare? Eh, più che dolce, difficile. Se i mezzi ora sono tornati ad essere di tutti, se chiunque può trovare il suo spazio e fare la sua proposta, allora, qui, chi vince? Non corriamo troppo, i network, le major, le classifiche ci sono ancora. Ma quel che un tempo era l’hipster fastidioso, con su la maglietta che porta la scritta “Ascolto band che ancora non esistono” oggi, è un ragazzetto qualunque che legge i blog che parlano di musica. E non per forza Pitchfork. E’ un’ottima notizia questa, perchè anche se la qualità bisogna cercarsela sempre più spesso da soli, chi ha talento ha la possibilità di metterlo alla prova, anche se con un piccolo pubblico.La domanda speranzosa finale è: torneranno i produttori a fare il loro mestiere? Ci auguriamo di sì.E ora il sound. Come suona questo 2012? Come ha suonato per tutto l’anno?Dopo aver ritirato fuori dall’armadio i vestiti anni ’60; esserci colorati la faccia di nero e cotonato i capelli per essere più “seventies”; dopo aver inneggiato a tutto quel che ricordasse gli anni ’80 tranne che alle spalline, quest’anno finalmente siamo tutte queste tre cose insieme. Ma se le sporcature vintage non smettono di infastidire i puristi dell’elettronica, la parola che più è piaciuta a tutti, probabilmente anche a Belle&Sebastien , dunque dal pop al rock, è Dubstep. Con le dovute eccezioni naturalmente, perchè anche quest’anno il brit pop s’è tenuto alto nel vigore dei suoi rimasugli. Ma, se dovessimo dividere la torta nelle sue parti, o più precisamente nei suoi ingredienti, la composizione della ricetta sarebbe impensabile. Un po’ come nella cucina molecolare, le cose impossibili succedono e la mousse più buona è quella in cui si mischia l’acqua con il cioccolato. Così da un lato c’è il garage rock sixties delle sonorità americane da Los Angeles, e uno sguardo alla nuova psicadelia; nel mezzo resta spazio per l’immancabile Brit Pop che ha visto band fino a ieri definite indie, entrare nelle top 40 dei network europei e americani; dall’altro l’hip hop che torna alle origini e l’R&B più classico che si arricchisce di giovani rapper da mille parole al minuto. Il tutto aromatizzato da una spruzzata di jazz e mescolato in un vortice di musica elettronica. E il ritmo appunto è dubstep. Significa che va veloce, arriva nel profondo, ma si ferma all’improvviso e quando non te l’aspetti riparte. Un po’ come questo mondo in fondo, dove tutti, a modo loro, hanno tentanto di dare interpretazioni di quel che hanno visto. E quando dico tutti intendo tutti. E’ twitter che ce lo chiede.
Wasabi Radio ha diviso la Best 2012 quest’anno in tre classifiche, da un alto gli album, venti internazionali e dieci invece dedicati solo agli artisti italiani, e dall’altro la Top 40 delle 40 migliori canzoni dell’anno a nostro avviso, pescando fra i singoli, alcuni dei quali fanno parte degli album già citati e altri invece sono exploit di artisti che magari nel 2013 diranno qualcosa di più con un album. Anche se la tendenza generale è quella di abbandonare l’uso degli LP per un a sempre maggiore attenzione alle canzoni singole. E qui è il web che ce lo chiede.