Wasabi Radio’s Best Album 2011 – #5
E’ arrivato il momento di affrontare l’argomento: la fine del mondo. Ma sì, diciamolo così, in maniera cruda e anche un po’ infantile. Profezie, miti e leggende ci danno per spacciati. Ad oggi, 30 dicembre 2011 ci restano appena 51 settimane prima di verificare se il conteggio del calendario Maya porterà ad un cambiamento indolore di cui saremo spettatori non protagonisti, o all’inizio di una nuova era che non contempla la nostra sopravvivenza. Comunque vada una cosa è certa: in quei momenti appena prima dell’ora X, avremo bisogno di un disco. Il disco che ci farà bene, anche se poi nulla succederà, sarà quello con cui potremo fare il giro del mondo in un poco meno di mezz’ora, per comprendere a fondo quale malinconia anima il Sud America e come tale sentimento nostalgico trova il suo doppelganger nelle melodie balcaniche più struggenti, che riescono tuttavia a ridere delle coincidenze del destino. Partremo da New York per compiere questa rivoluzione terrestre, perchè è il centro esatto del mondo, anche di quello musicale, almeno a giudicare da qunte cose sono successe negli studi di registrazione della grande mela in questo 2011. Il disco che ascolteremo l’anno prossimo, in occasione dell’apocalisse (appena prima di mandar su Supper’s Redy naturalmente) sarà The Rip Tide dei Beirut. Per fortuna è un disco molto bello, altrimenti l’ultima serenata al pianeta Terra non sarebbe degna di tutto l’amore che merita e che non abbiamo saputo dargli.
Voto a The Rip Tide = 8,9.
E per il pianeta Terra: Hip Hip Hurrà!