La svolta electro del songwriter rivelazione degli ultimi anni, non fa che accrescere il godimento nell’ascoltare le sue canzoni. Perchè non si tratta di trasformazione, quanto più di arricchimento, rispetto al moderno folk di Queen Of Denmark. Resta la sua voce, le parole dure accompagnate da suoni morbidi, resta il dolore raccontato tra i sospiri e la bellezza dell’amore. Ma ci sono in più i synth eighties, il dancefloor disperato ballando via il dolore, l’hip hop persino, gli apporti fondamentali alla produzione di Biggi Veira dei Gus Gus, le atmosfere dei Midlake e la voce di Sinead O’ Connor, corista d’eccezione. Poi restano le ballate, il pianoforte il folk e tutto il resto.
Pale Green Ghost è un disco bellissimo, perchè Queen Of Denmark, John Grant, l’aveva già fatto.