Come of Age, cioè il raggiungimento della maggiore età. Pretenzioso per quattro ragazzetti londinesi che strimpellavano solo fino a qualche mese fa. Strimpellavano alla grande con una domanda lecita e un po’ sbruffoncella: “What Did You Expect From The Vaccines”. Cosa vi aspettavate dai Vaccines? Risposta: che ci facciano ballare e divertire e far sentire qualche chitarra suonata come se la musica non l’avesse scritta nessuno, ma girasse nella testa e nei piedi.Detto, fatto. Esordio grezzo, da prove con gli amici in garage, da istinto animalesco che sa tanto di talento. Bene, bravi, bis. Arriva il bis, a meno di un anno da quella domanda tanto strillata nei concerti e subito è vanto: Come of Age. Ue’ ue’, siamo cresciuti, sa’? Ascoltato il singolo No Hope vien da dire: bene, bravi, tris! Ma se la tanto osannata maturità fosse l’unico vero problema? Maturità è anche astuzia, in alcuni casi. E l’astuzia qui è tutta nella mossa di affiancare alle sonorità indierock e sixties senza fiato, alcuni brani di “respiro un po’ più ampio” come direbbero quelli che scrivono le recensioni facili. Il respiro ampio lo pigliano in studio, sedendosi prima a tavolino e decidendo. Pare di sentirli “Allora, piazziamoci subito due pezzi che c’erano avanzati dal disco precedente, o almeno che hanno quel sapore lì e subito No Hope e I Always Knew. No facciamo tre, anche Teenage Icon, ma che sappia un po’ più d’America alla maniera di Strokes. Smarmellami un po’ la pedaliera della chitarra, ma aggiungici una melodia che potrebbe aver scritto BUddy Holly. Poi, ferma tutto. Ballatona acustica, con tamburello tamburellante e bridge in farsetto, perfetta per le adolescenti. Intendiamoci, questo è un disco inglese molto invidioso dell’America, quindi è anche garage. Ghost Town. Ben detto. Ah, che sappia di Madness però, sennò i fanatici del britpop non li prendiamo. Anzi facciamo pure un pezzo proprio britpop: Aftershave Ocean, e la batteria me la allarghi a un certo punto come se fossimo gli Oasis. Ma la domanda è: Siamo indie? Siamo rock? Be’ prima di tutto Pop, quindi eccoti Weirdo. Un po’ cupi però, che fa tanto anni ’80, con un mood bad. Bad Mood. Change of Heart part2 per ricomporsi, un po’ di ’70 con i Wish i Was a Girl e chiusura con quella canzone che i Kasabian ci invidieranno fino alla morte: Lonely Word. Capito? Chitarre, America, britpop, batteria banale ma che funziona, synth dove servono, voce e melodia come se piovesse, Pop ma che sia indie e che ci procuri tante donne ai concerti.” Justin, Justin, Justin… davvero l’avete fatto così il disco della maturità? La domanda buona a questo punto è : che vi aspettavate dai Vaccines che hanno avuto tanto successo? Un po’ questo e a tanti non piace poi tanto. Ma se infine ogni recensione è anche un’opinione, dopo aver sbandierato ai quattro venti il disappunto paventato da un’ipotetico studio a tavolino di un disco che deve vendere prima che l’onda sia passata, magari mi è concessa una piccola digressione. Eccola: cosa è bello in disco perchè sia bello? Che lo si possa ascoltare e goderne prima di ogni cosa. Bene, allora questo disco è un disco bello. T’amo pio disco dei Vaccines. Ma qui lo dico e qui lo nego, pertanto nel contesto di una classifica annuale (best 2012), mai avrai più di un sette. Ti ascolterò di nascosto molto più di tutti gli altri però, e nessuno lo saprà. Shhh.